Il Cammino di Conversione di Margherita: il quinto passo

Il pianto di pentimento di Margherita e la decisione di andare a Cortona

Margherita, dopo anni difficili e dolorosi vissuti nella casa paterna, finalmente, vede la possibilità di un’esistenza diversa. Lei, che è tanto bella e dai modi gentili, ha incontrato Arsenio e un amore vicendevole li tiene uniti, nonostante le difficoltà dovute ad appartenenze sociali diverse.

Margherita quindi lascia quella famiglia tanto povera di affetti quanto di averi, per entrare in una famiglia agiata, conosciuta, rispettata. Quale abisso! Ma gli agi e il rispetto sembrano non essere per lei, nemmeno a Montepulciano.

Margherita sicuramente aveva messo in conto che anche lì avrebbe faticato un po’, ma la realtà superò l’immaginazione, e a sofferenze già vissute si aggiunsero altre sofferenze inaspettate, fino al tragico epilogo che fu, come sappiamo, la morte violenta di Arsenio.

Margherita si ritrovò sola, sola con il proprio figlio e con in cuore un grande desiderio di preghiera e di penitenza. La Leggenda infatti, di questo periodo, ci dice che “quando si trovava in casa da sola non mancava di piangere” (cf. Leg XI,1).

In questo silenzio e fra le lacrime Margherita, pian piano, iniziò a scorgere la presenza e l’operare del Signore. Ad un certo punto, con coraggio e determinazione, si fidò di quanto Lui le aveva detto: decise di partire per Cortona e là mettersi sotto l’obbedienza dei Frati Minori. Margherita cambiò direzione, si convertì: fisicamente ed esistenzialmente.

A Cortona la troviamo dapprima con Marinara e Raniera e con le partorienti, poi a questuare per i poveri e infine con i malati, e la troviamo con un grande, costante e crescente desiderio di pregare, di stare in solitudine con il Signore per ascoltare la sua voce, per nutrirsi di lui e a lui donarsi. Questa sarà la sua vita a Cortona, trascorsa con l’intensità che tutti conosciamo. Intensità che, da quasi otto secoli, la fa essere luce sul colle che attrae e orienta.

L’attualità di Margherita viene dal suo consegnarsi al Signore, in totale fiducia: conosciuta la potenza del suo amore sa mettersi in piedi e partire nuovamente, nonostante le ferite, perché sa che non deve fare nulla da sola, sa che non deve contare esclusivamente sulle sue forze.

È una storia antica questa, che si ripete da migliaia di anni: Adamo ed Eva mangiarono il frutto proibito, conobbero di essere nudi e si credettero lontani da Dio, ma ecco il Signore, ecco Colui che ha compassione della nostra miseria, delle nostre ferite, dei nostri umani e goffi tentativi per risolvere certe situazioni.

Li rivestì ridando loro dignità e nuove possibilità. Chissà se anche Adamo ed Eva ebbero lacrime di pentimento… di loro non lo sappiamo, ma noi? Noi abbiamo mai pianto di pentimento? Abbiamo mai intuito la voce del Signore che voleva portare la sua novità nella vita segnata dal limite e dal peccato? Abbiamo accolto il suo invito a un’esistenza piena e a una vita di servizio e di preghiera? In qualsiasi situazione possiamo trovarci Lui è lì, con noi, con una pazienza infinita e con un desiderio ardente di ricondurci a Lui, sulle sue strade.

Santa Margherita ci aiuti e ci sostenga in questo cammino.

Le Sorelle Clarisse di Cortona

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