S. Margherita la tentazione e le ispirazioni della grazia
Nell’esortazione apostolica Gaudete et exsultate papa Francesco parla dei “santi della porta accanto” e scrive: “Lo Spirito Santo riversa santità dappertutto nel santo popolo fedele di Dio, perché «Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità»” (n. 6).
Con Margherita Dio è entrato nella storia del popolo cortonese offrendo un cammino di salvezza. Margherita è colei che ha vissuto in questa terra sperimentandone povertà, fatiche e durezze. E’ colei che ha vissuto in questa terra dal di dentro, scegliendo di coinvolgersi con essa. Dopo la morte di Arsenio e dopo essere stata cacciata dalla casa paterna Margherita è chiamata a prendere una decisione. Il suo biografo scrive: “L’antico serpente, vedendo che eri stata scacciata da tuo padre, cercò nello stesso tempo di rovinare te e di disonorare lui; prendendo motivo dalla bellezza del tuo giovane corpo, spingeva il tuo cuore alla presunzione e cercava di persuaderti che tu, come donna scacciata, saresti stata scusata se avessi peccato e, ovunque ti fossi trovata e ovunque fossi andata, saresti stata amata per la tua avvenenza da uomini grandi e potenti” (Leg 1,2).
Nella disperazione di quel momento Margherita visse la tentazione, pensò che avrebbe potuto sfruttare la bellezza del suo corpo per cominciare una nuova vita; probabilmente non le erano mancati ammiratori negli anni trascorsi a Montepulciano e quella poteva essere una strada percorribile per lei che si ritrovava sola e rifiutata da tutti. Tra le lacrime, giù nella piana, avrà intravisto da una parte Montepulciano, e dall’altra Cortona, e si trovò a scegliere passando attraverso la tentazione. Anche per lei, come per tutti noi, di fronte alle decisioni importanti, si presenta “l’antico serpente”, sempre pronto a insinuarsi nelle pieghe dell’esistenza umana. Viene a proporci la via della gratificazione e del successo personale; la strada più facile rispetto a quella più faticosa dell’accettazione della verità su noi stessi e delle responsabilità da assumersi e da affrontare! Margherita, narra fra Giunta, nella tentazione sa scorgere una luce, ascolta una voce interiore, quella del Padre che non abbandona i suoi figli nella tentazione e che le fa intuire cosa è la vera bellezza e chi solo può donarla: “Io invece, plasmatore della tua bellezza interiore e amorosamente desideroso di esaltarla, riuscii ad illuminare la tua coscienza e ad ispirarti di andare a Cortona e lì porti sotto l’obbedienza dei miei frati minori” (Leg 1,2).
“Senza indugio” Margherita volge le spalle a un passato fatto di dolore, di umiliazione e anche di errori, e si dirige con decision everso Cortona; lascia la valle e comincia a salire la collina per aprirsi alle ispirazioni della grazia di Dio che accompagneranno sempre il suo cammino. Margherita passa sulle pietre delle nostre strade, acconsente di rivolgersi ai frati minori, di mettersi accanto ai bisognosi, di fare del bene… Margherita diventa una di noi, è una di noi! Così ho sempre avvertito la nostra Santa da quando sono arrivata a Cortona. Le suore anziane, originarie del Sodo e della Val di Chio, parlavano di lei proprio come della loro vicina di casa, come quella che può venire incontro ad ogni nostra necessità. Per cui con tutta tranquillità dicevano: “Cortona non è stata bombardata durante la seconda guerra mondiale, perché S. Margherita l’ha protetta” … “A Cortona non viene il terremoto perché c’è S. Margherita” … La loro fede, semplice e incrollabile nella Santa mi ha sempre colpito, come mi colpisce la fede della gente di qui che due volte l’anno, in inverno e a primavera, sale la collina per onorare la “sua Santa”.
Attraverso di lei Dio ha voluto attrarre a sé il nostro popolo e continua a farlo ancora oggi.
Margherita ci insegna a non temere nulla, neanche le nostre fragilità, né i nostri peccati, perché fanno parte della nostra umanità. Ci insegna a vivere anche nella tentazione volgendo lo sguardo da noi stessi verso Dio, ad ascoltando la voce dello Spirito sempre presente in ciascuno di noi. Dice il Salmo 33 “Guardate al Signore e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti”.
L’esperienza di Margherita mi richiama ancora una volta le parole che Papa Francesco rivolge nella Gaudete et exsultate invitando ciascuno a un cammino di santità: “Lascia che la grazia del tuo Battesimo fruttifichi in un cammino di santità. Lascia che tutto sia aperto a Dio e a tal fine scegli Lui, scegli Dio sempre di nuovo. Non ti scoraggiare, perché hai la forza dello Spirito Santo affinché sia possibile, e la santità, in fondo, è il frutto dello Spirito Santo nella tua vita. Quando senti la tentazione di invischiarti nella tua debolezza, alza gli occhi al Crocifisso e digli: “Signore, io sono un poveretto, ma tu puoi compiere il miracolo di rendermi un poco migliore”. Nella Chiesa, santa e composta da peccatori, troverai tutto ciò di cui hai bisogno per crescere verso la santità. Il Signore l’ha colmata di doni con la Parola, i Sacramenti, i santuari, la vita delle comunità, la testimonianza dei santi, e una multiforme bellezza che procede dall’amore del Signore” (n. 15)
La nostra Santa ha percorso questo cammino e l’ha tracciato come esempio per tutti noi.
Le sorelle clarisse di Cortona